L’Unione Europea ha perseguito Google per l’abuso del suo potere monopolistico nei motori di ricerca e nelle applicazioni mobile. Ora, un numero crescente di Paesi dell’Unione sta perseguendo l’uso di Google Analytics per violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati.

L’Italia è il terzo e ultimo Paese a vietare il servizio che consente ai webmaster di tracciare e analizzare il traffico dei loro siti. Nella sua decisione, il governo ha dichiarato che le informazioni, compresi gli indirizzi IP, vengono raccolte attraverso i cookie e trasmesse agli Stati Uniti e possono essere viste da terzi e dal governo, violando il GDPR, in quanto agli utenti non viene garantito un giusto processo di ricorso. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha citato il fornitore nazionale di servizi web Caffeina Media, dandogli 90 giorni di tempo per trasferire il proprio account da Google Analytics.

In un post sul blog, il concorrente di Google Analytics, Simple Analytics, segnala che altri due Stati membri hanno preso provvedimenti simili. La Commissione nazionale francese per la libertà di espressione (CNIL) ha annunciato un divieto per lo stesso motivo già a febbraio, mentre l’Autorità austriaca per la protezione dei dati personali ha bloccato il servizio a gennaio.

Gli appelli e le difese di Google in risposta a queste sentenze sono stati generalmente respinti. L’azienda non sarebbe in grado di dimostrare in modo soddisfacente di poter anonimizzare i dati degli utenti europei prima di trasmetterli agli Stati Uniti. La crittografia in questo processo non ha importanza se Google ne detiene le chiavi.

Google si appresta a chiudere la piattaforma Universal Analytics – che si appoggiava fortemente ai tracker per raccogliere informazioni dettagliate sui visitatori del sito – che la maggior parte dei clienti di Google Analytics utilizza attualmente entro ottobre 2023. Google Analytics 4, che allenta la presa sull’uso dei tracker, ma cerca comunque di ottenere molti degli stessi dati con altri metodi, è già disponibile, ma probabilmente non otterrà i favori dell’Unione Europea. Google ha anche lottato per sviluppare nuovi tracker web rispettosi della privacy negli ultimi anni.

Molte delle giustificazioni per il divieto di Google Analytics derivano da una decisione chiamata “Schrems II” della Corte di giustizia dell’Unione Europea del 2020. Questa sentenza ha invalidato i principi precedenti di un quadro denominato Privacy Shield che proteggeva i trasferimenti di dati protetti verso gli Stati Uniti. È possibile consultare il verdetto completo qui.

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