Protocol ha recentemente riportato che Google ha acquisito diverse startup di hardware audio di recente. Queste includono Synaptics, Dysonics, RevX Technologies e Tempow. Ovviamente, l’azienda sta per lanciare nuovi prodotti audio, altrimenti non avrebbe senso spendere decine di milioni per comprare startup che lavorano sull’hardware e hanno ricchi portafogli di brevetti. Come si capisce, i brevetti copriranno vari campi come l’hardware audio, l’audio 3D, la riduzione del rumore e la tecnologia Bluetooth. Oltre a questo Google potrebbe anche reclutare dipendenti da aziende simili. In ogni caso Google non è l’ultimo arrivato nel campo dei prodotti audio. Negli ultimi anni, l’azienda è riuscita a progettare e vendere vari auricolari wireless. E non stiamo parlando del suo marchio di altoparlanti intelligenti, cioè Nest Audio.

I prodotti audio di Google per competere con gli AirPods di Apple

Dalle assunzioni e dagli annunci di lavoro, i ricercatori di Protocol hanno scoperto che Google potrebbe anche costruire componenti al silicio proprietari per prodotti audio. Se questo è vero, il quadro diventa più completo. Intendiamo che i portafogli di brevetti delle startup acquisite potrebbero aiutare Google a diventare più competitivo. Guarda, Apple fa cuffie con i suoi chip interni. Google sa come fare hardware specializzato e ha anche progettato il proprio chip. Quando combinati con materiali unici, i prossimi prodotti audio di Google, in particolare le cuffie TWS, diventeranno veramente competitivi.

L’idea di cui sopra sembra più affidabile se prendiamo in considerazione un’altra nota di Protocol. Come quest’ultimo dimostra, alcune startup che Google ha acquisito si concentrano più sulla raccolta di brevetti che sulla tecnologia o il talento. Inoltre, dovremmo ricordare il caso in cui Sonos ha fatto causa a Google (due volte) per violazione di brevetto. Come risultato, Google ha rimosso alcune caratteristiche da alcuni dispositivi smart home. Anche se era legato agli altoparlanti intelligenti, non c’è garanzia che non accadrà di nuovo, ma per altri prodotti audio. Se Google ha l’obiettivo di arricchire la sua gamma di prodotti audio, allora tutte queste acquisizioni sono abbastanza logiche. Per brand come Google, le dispute sulla proprietà intellettuale non dovrebbero diventare un ostacolo per entrare in nuove nicchie.

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