BeReal potrebbe inserire funzionalità a pagamento per monetizzare a partire dall’anno prossimo. L’app è in forte ascesa al momento. Vediamo i dettagli.

La piattaforma di social media francese BeReal, nata nel 2020 ma attualmente in forte ascesa, ha raccolto una buona base di utenti come app che privilegia l’autenticità del momento, ma una sola volta al giorno. L’ambizione è certamente quella di continuare a crescere ma c’è anche l’intenzione di guadagnarci.

Il Financial Times riferisce da fonti vicine a BeReal che, mentre la funzionalità di base dell’app, ovvero far scattare a tutti i suoi utenti una foto nell’arco di tempo di due minuti una volta al giorno, rimane gratuita, altre funzionalità potrebbero essere fornite a pagamento. Gli annunci pubblicitari, pur essendo una possibilità, non sono al momento favoriti.

L’azienda vuole migliorare il più possibile l’esperienza di base e si concentrerà sul bug-bashing per il prossimo anno prima di un eventuale lancio di un livello a pagamento. Con 15 milioni di utenti attivi al giorno che riversano le foto sui server di BeReal quasi contemporaneamente, è necessario che tutto funzioni a dovere. Considerando che l’obiettivo è quello di servire “decine di milioni di persone entro la fine dell’anno” è chiaro che si debba lavorare affinché l’ingranaggio funzioni alla perfezione.

I concorrenti stanno già integrando alcune funzioni nella consueta corsa al primato come social e all’accaparramento degli utenti, primo fra tutti TikTok.

Se c’è un posto in cui BeReal potrebbe monetizzare, potrebbe essere con le sue reazioni Realmoji che gli utenti possono inserire in altre immagini. Pensiamo che la monetizzazione dell’app di messaggistica Telegram si è concentrata sull’alimentazione di funzioni basate su emoji, comprese le capacità di reazione, per i suoi abbonati Premium. In ogni caso al momento non vi sono informazoni ufficiali e si resta nell’ambito delle speculazioni, ma è più che probabile che l’anno prossimo chi desidera usare BeReal potrebbe avere un abbonamento, o simile, da pagare.

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Carolina Napolano
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