Secondo quanto riportato da Bloomberg, Apple sta cercando di ottenere i marchi “Reality” in vista del lancio del suo tanto atteso visore AR/VR. Sono state presentate domande per i nomi “Reality One”, “Reality Pro” e “Reality Processor” negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, nel Regno Unito, in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Arabia Saudita, Costa Rica e Uruguay. Sebbene Apple non abbia richiesto direttamente i marchi, questi sono stati depositati da studi legali che l’azienda ha già utilizzato in passato per rivendicare nomi di marchi. 

A febbraio sono emersi indizi sul fatto che Apple potrebbe utilizzare il marchio “Reality” per il suo visore AR/VR, quando il termine è stato individuato nel codice open source di GitHub e nei registri di caricamento dell’App Store. Poi, a maggio, sono state individuate delle richieste di marchio per “realityOS” presso l’USPTO (US Patent and Trademark Office). Queste sono state depositate da una società chiamata Realityo Systems, ma le prove suggeriscono che si tratta di una società di comodo creata da Apple per coprire le proprie tracce.

Con realityOS come nome potenziale per il sistema operativo, Reality One e Reality Pro potrebbero essere opzioni di denominazione del visore AR/VR. Il “Reality Processor” potrebbe essere un chip basato su M2 progettato per le cuffie che, secondo quanto riferito, include 16 gigabyte di memoria e una tecnologia grafica progettata per immagini VR e AR ad alta risoluzione.

I nuovi depositi contengono indizi simili. I tre marchi “Reality” sono stati depositati da una società di comodo chiamata Immersive Health Solutions LLC creata a febbraio, secondo Bloomberg. Questa è stata registrata da un’altra società di comodo (Corporation Trust Co.), spesso utilizzata per i depositi dalle aziende che vogliono evitare la pubblicità. I marchi depositati in altri Paesi come la Nuova Zelanda, invece, sono stati realizzati da studi legali di cui Apple si è servita in passato. 

Lo sviluppo del visore AR/VR da parte di Apple si vocifera da anni, dopo l’acquisto della società VRvana nel 2017. L’ultima indiscrezione di Bloomberg suggerisce che le cuffie saranno ritardate fino al 2023. Potrebbe includere versioni VR di app come Maps e FaceTime, oltre a funzioni di collaborazione che lo aiuteranno a competere con Meta. Potrebbe anche consentire agli utenti di guardare film e altri contenuti, offrendo al contempo funzioni legate alla salute.

Articolo precedenteFacebook, caso Cambridge Analytica concluso con un accordo
Articolo successivoAdobe rende disponibile lo studio “Future of Creativity”