Il primo HomePod ha debuttato sul mercato americano il 9 febbraio del 2018 con otto mesi di ritardo rispetto ai piani di Apple. Pur essendo tecnologicamente molto più evoluto della concorrenza con cui si scontrava all’epoca – c’era l’Amazon Echo disponibile in oltre quaranta regioni del mondo e il Google Home – l’HomePod non ha però mai sfondato veramente. Complice di un successo opaco sono stati il costo decisamente elevato, una disponibilità limitata a pochissimi stati e un ecosistema – HomeKit e Siri – non ancora all’altezza delle aspettative dell’utente. Dal 16 novembre 2020 la strategia Apple ha cambiato rotta: l’HomePod mini è piccolo, colorato, decisamente più economico e affiancato da un ecosistema più maturo. Dal 18 ottobre del 2021 inoltre questo oggetto decisamente pop è sbarcato anche in Italia.

Hardware

Tra gli smart speaker in prova, l’HomePod mini è quello più piccolo: una sfera di circa 98 mm diametro che non ha nulla da spartire con l’HomePod originale sia sul fronte estetico sia su quello hardware. Al suo interno, infatti, è presente un unico driver di tipo full range abbinato a due radiatori passivi che servono a migliorare la resa audio delle frequenze più basse e di quelle più alte. Il driver è abbinato a una guida d’onda, una struttura interna posta davanti al driver, che permette di ottenere una diffusione sonora a 360 gradi.

La gestione dell’audio e dell’interazione attraverso l’assistente virtuale Siri sono demandate al processore Apple S5, lo stesso presente all’interno degli Apple Watch serie 5 e del modello SE. Pur essendo più recente del SoC A8 utilizzato nel primo HomePod, il chip S5 non permette di eseguire l’analisi della risposta acustica dell’ambiente, ma si limita a equalizzare la sorgente audio in modo da offrire la migliore riproduzione audio possibile. A fianco del SoC S5 è presente anche un chip Ultra Wideband per il riconoscimento dei dispositivi nelle immediate vicinanze e per la gestione della funzione Airplay Handoff.

Questa permette di spostare la riproduzione audio da un dispositivo Apple a un altro. I quattro microfoni integrati creano un’impronta del rumore di fondo dell’ambiente che viene sottratto come nei processo di cancellazione del rumore in modo da isolare al meglio la voce dell’utente durante le richieste all’assistente Siri. Nelle prove abbiamo osservato che l’HomePod mini recepisce in modo corretto le richieste, ma che, rispetto ai prodotti Amazon Echo e Google Nest Audio, ha una soglia di attivazione molto più alta: in pratica o siete vicini al dispositivi o dovete tenere un tono di voce deciso per attivare Siri.

L’HomePod mini non dispone di tasti fisici ma di un’unica superficie tattile e luminosa sulla sua sommità. Dal dispositivo è possibile regolare il volume, avviare e sospendere la riproduzione del brano musicale. Durante l’attività la superficie luminosa si accende di bianco, mentre quando si invoca Siri assume una colorazione dinamica che ricorda l’icona dell’assistente vocale sui terminali Apple. Non ci sono ingressi o uscite audio e l’unico modo per usare l’HomePod mini consiste nel collegarlo alla rete WiFi di casa.

Hey Siri…

Siri è stata fonte di gioie e dolori sia per l’azienda di Cupertino sia per l’utente finale. Nato ufficialmente nel 2012, all’assistente virtuale di Apple sono serviti molti anni prima di raggiungere una maturità sufficiente per abbracciare lingue diverse dall’inglese, il francese, il tedesco e il giapponese, ovvero quelle corrispondenti ai mercati di maggior successo dell’iPhone. Alexa di Amazon è arrivata solo nel 2014 ma è cresciuta con un passo decisamente più veloce, tanto da superare – ma è tutt’altro che perfetta – le abilità di Siri che oggi si trova ancora in una posizione di svantaggio in termini di usabilità, sebbene Apple possa contare su milioni di iPhone attivi nel mondo.

Siri funziona piuttosto bene con i servizi Apple e con i dispositivi certificati per HomeKit. Grazie all’HomePod mini potete impostare appuntamenti, prendere annotazioni ed eseguire altre operazioni, sebbene per alcune sia necessario lo sblocco dell’iPhone; ovviamente in questi casi l’utilità dell’HomePod mini è ridotta di molto.

Merita un riferimento particolare l’interazione tra HomePod mini, Siri e l’Apple TV. Grazie all’assistente virtuale potete gestire l’accensione e in teoria anche la riproduzione di contenuti sul vostro televisore di casa, comodamente dal divano. Nella pratica, però, anche usando le beta di tvOS e del firmware dell’HomePod mini siamo incappati in diversi messaggi di errore che al momento rendono il controllo dell’Apple TV poco praticabile.

Come usare più dispositivi

Uno, due, tre o più dispositivi dislocati nelle stanze di casa possono essere utilizzati dai componenti della famiglia senza alcun problema. Usando i servizi di abbonamento “In famiglia” di Apple è possibile gestire in automatico e in modo personalizzato fino a sei profili. I dispositivi HomePod supportano la funzione interfono così da poter essere usati per comunicare all’interno dell’abitazione. Potete usare l’HomePod mini come diffusore per l’Apple TV e se ne utilizzate due potete creare una coppia stereo; ricordate che non è possibile accoppiare HomePod di generazioni diverse.

App e sviluppo

Come la maggior parte dei dispositivi della galassia Apple, anche l’HomePod mini richiede di possedere un iPhone, un iPad o un iPod di ultima generazione. Solo in questo modo è possibile inizializzare lo smart speaker che deve essere collegato a un Apple ID. Fatto questo l’HomePod mini permette di accedere ai propri servizi, anche ad alcuni di terze parti come ad esempio le app per lo streaming musicale diverse dal servizio Apple Music. Questo smart speaker non integra un hub per gestire direttamente dispositivi domotici, ma permette di gestire quelli compatibili HomeKit che sono collegati alla vostra app Casa.

Privacy

Apple è l’unica a non aver incluso un interruttore per disattivare i microfoni integrati. La scelta potrebbe essere imputabile al grande sforzo fatto dall’azienda di Cupertino per creare un rapporto di fiducia con l’utente. Ma se volete avere controllo totale dovrete scegliere un altro prodotto.

Conclusione finale

L’HomePod mini è un oggetto che suscita giudizi controversi. È uno smart speaker alla portata del grande pubblico come i suoi concorrenti, ma non entusiasma per quanto riguarda la riproduzione audio, che seppure sia molto buona non è lontanamente paragonabile a quella dell’HomePod originale. Resta la soluzione ideale per chi ha un ecosistema che comprende dispositivi Apple TV e compatibilità con HomeKit. Se siete interessati all’acquisto potete farlo sullo store Apple di Amazon o su quello ufficiale.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.