Abbiamo recensito la versione standard del Mi 8 l’estate appena trascorsa, confrontandolo con il Pocophone F1, che oltre ad assomigliargli condivide con esso buona parte delle specifiche tecniche. Il Mi 8 reggeva a fatica tale confronto, per la discrepanza di prezzo e per alcune funzioni che il Pocophone proponeva in più. In questa versione troviamo qualche aggiornamento che potrebbe giustificare il prezzo leggermente più alto.

​Il Mi 8 Pro presenta le stesse caratteristiche del Mi 8 classico, anch’esso costituito in alluminio serie 7000; il retro è però in vetro trasparente. Questo per risaltare la caratteristica estetica principale del Mi 8 Pro, la cui intenzione è di mostrare l’interno dello smartphone, che rimane però nient’altro che un vezzo estetico, dal momento che quella mostrata sotto il vetro è solo una replica della scheda madre interna. Nella confezione è presente anche una cover trasparente e un adattatore per sopperire alla mancanza del jack audio. Il modello standard, totalmente in alluminio, era estremamente scivoloso. Un po’ meno la versione Pro, ma in ogni caso il grip del vetro non è proprio il massimo.

​La parte frontale presenta un ottimo display il cui notch è un po’ troppo spazioso (si può nascondere) e annovera un’ottima capsula auricolare che a sua volta contiene un ridottissimo (e a tratti inutile) led, attivo quando il dispositivo è sotto carica. Da segnalare la scomparsa automatica del notch durante la riproduzione video, anche se nei giochi i bordi a destra sono tondeggianti rispetto a quelli squadrati della parte sinistra. Dentro la tacca vi è anche spazio per una fotocamera da 20 megapixel e per il sensore a infrarossi per il riconoscimento del volto. Sblocco che avviene istantaneamente anche in condizioni di luce scarsa e la cui configurazione dura pochissimi secondi. Da evidenziare come sia in grado di riconoscere il volto dell’utente anche con accessori quali occhiali o cappelli. La vera pecca è che Xiaomi non si è ancora impegnata a risolvere il problema del trucco necessario per utilizzare la scansione del volto, che è attivabile solo settando la regione “Hong Kong” dalle impostazioni.

​Lo schermo, un pannello Super Amoled da 6,21 pollici, soffre alle volte di riflessi troppo evidenti, anche quando la luminosità del display è al massimo. Sotto al display si cela anche il sensore di impronte. Il riconoscimento è rapido e, quando in stand by, l’area predisposta alla rilevazione dell’impronta si illumina, facilitando l’utente a trovare la posizione ideale per un riconoscimento più efficace. Una scelta migliore non solo in termini estetici, ma anche pratici, ben integrata e a prova di errore. La combinazione sblocco del volto e sensore di impronte coniuga con velocità ed efficienza due soluzioni per la sicurezza, in modo difficile da trovare su altri modelli.

​C’è da dire comunque che l’efficacia del riconoscimento del volto rende il sensore di impronte quasi superfluo. Anche la digitazione sulla tastiera virtuale offre un’esperienza molto positiva e quasi del tutto priva di errori. Il profilo superiore del dispositivo non presenta alcun tipo di alloggio, su quello destro troviamo il bilanciere del volume e il tasto di accensione evidenziato in rosso, tratto distintivo che non guasta a livello estetico. Nel profilo inferiore vi è un doppio speaker (al cui centro vi è l’ingresso Usb type C) di buona qualità; forse si poteva intervenire con un poco di convinzione in più nella gestione dei bassi. Il suono tende a distorcere quando il volume è al massimo. Inoltre gli speaker tendono ad essere coperti dalle mani quando lo smartphone è in orizzontale, anche se con la cover la situazione migliora lievemente. Nel profilo sinistro infine, lo slot per la doppia Sim. Nella parte posteriore, ecco la medesima doppia fotocamera da 12 megapixel già vista sul Mi 8, sborda di pochi millimetri ma con la cover viene livellata.

 

La fotocamera non è l’unico modulo identico alla precedente versione, tutta la piattaforma hardware è la stessa. Ritroviamo quindi il processore Qualcomm Snapdragon 845 supportato da 8 GB di Ram e 128 GB di storage. Una downgrade si nota nell’amperaggio della batteria, che passa da 3.400 agli attuali 3.000 mAh. Tuttavia, nonostante un utilizzo intenso, siamo sempre riusciti ad arrivare fino a sera con una sola carica.

Dato, questo, che ci ha sorpresi in positivo, considerando la capacità inferiore alla versione tradizionale, pur con Dual Gps attivo che anche questa volta si conferma uno strumento affidabile. A livello di prestazioni c’è poco da dire; l’hardware è scattante e mettere il dispositivo in crisi è davvero impresa ardua. Bisogna però anche fare i conti con le “notifiche fantasma” e con l’impossibilità di utilizzare la scansione del volto senza conoscere il trucco prima citato, per non parlare di qualche bug non risolto nemmeno con la versione 10. La Miui non è certo un elemento a favore del Mi 8 Pro, che guadagnerebbe senza ombra di dubbio dei punti se fosse venduto con Android stock.

 

La campagna pubblicitaria di Xiaomi ha sempre puntato sulle prestazioni del set fotografico, tuttavia non ci ha sempre convinto. Le immagini scattate di giorno sono sempre piacevoli, ma sono lontane dall’essere caratterizzate da colori fedeli. Abbiamo notato un’eccessiva saturazione, nonostante le foto siano complessivamente buone. La sera il discorso cambia, la modalità automatica tende a produrre immagini afflitte da un eccessivo rumore digitale che spesso rende inutilizzabile la foto; inoltre la messa a fuoco appare un po’ macchinosa.

​Il lato positivo però è la possibilità di utilizzare facilmente la modalità manuale per entrambe le fotocamere, eventualità non sempre possibile su altri dispositivi. La fotocamera anteriore è performante, le immagini sono di alta qualità e dispone di strumenti per modificarle e migliorarle. Valutando le immagini prodotte durante i test, sembra che questo smartphone cerchi “l’effetto wow” con immagini dai colori poco realistici ma che obiettivamente alla vista sono gradevoli e in grado di stuzzicare visivamente l’utente. Abbiamo realizzato una serie di scatti in pieno autunno, e i colori “naturalmente” desaturati della stagione apparivano troppo “esasperati” specie con attivo l’Hdr. Gli utenti non avvezzi nell’analisi di un’immagine noteranno foto appaganti, ma che rimangono poco realistiche. Comunque possono essere sempre modificate attraverso le apposite app. Non si può quindi parlare di difetto, come invece è il rumore eccessivo prodotto in situazione di scarsa luce, per via di un’intelligenza artificiale non poi così efficace. Tecnicamente è un fattore risolvibile tramite aggiornamenti software o utilizzando la modalità manuale.

​Il Mi 8 Pro, lanciato sul mercato negli ultimi mesi del 2018, al momento della nostra prova è acquistabile sul sito Web di Xiaomi al prezzo di circa 650 euro, ma è disponibile su strada a circa 470 euro. Questo modello appare come un miglioramento del precedente e questa volta, per le innovazioni apportate, non teme il confronto con il parente Pocophone F1. Si dimostra un temibile top di gamma per i competitor che intendono aggredire questa fascia senza prezzi stratosferici. La strada imboccata da Xiaomi è quella giusta e considerando che si tratta di un nuovo player (almeno in Italia) i progressi messi a segno nel giro di pochi mesi lasciano intendere un futuro di smartphone aggressivi e dal prezzo moderato.

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